Programma

Lavoro e formazione
La crisi del Covid ha colpito duramente tutto il comparto produttivo ed a farne le spese per primi sono stati senz’altro i lavoratori.
Le scelte assurde del Governo e la scarsa efficienza di INPS hanno determinato un grave ritardo nell’erogazione di sussidi e della cassa integrazione, generando gravi disagi alle famiglie che in molti casi stanno attendendo da mesi l’erogazione delle risorse spettanti.
In questo contesto gli effetti economici del Covid hanno definitivamente portato sullo stesso piano lavoratori ed imprenditori, finendo per decretare la fine del paradigma comunista della lotta di classe.
Per questo occorre pensare ad un nuovo patto per il lavoro che coinvolga imprese e lavoratori, che incentivi il welfare aziendale, la contrattazione decentrata e gli accordi di secondo livello, in modo da offrire servizi ad alto valore aggiunto ai lavoratori tenendo in considerazione anche l’aspetto decontributivo dell’impresa.
Il Covid ha inoltre accelerato il percorso inerente il tele-lavoro, che però necessita di un intervento legislativo chiaro per essere sfruttato al meglio sia dal lavoratore che dall’impresa.
Infine una grande attenzione dovrà essere puntata sulla formazione continua dei lavoratori, in modo da favorire il reinserimento lavorativo in altri settori in caso di crisi occupazionali sistemiche.

Impresa e sviluppo
La Toscana è emblema di bellezza. Una bellezza naturalistica ma plasmata dalla mano dell’uomo e dalle idee rivoluzionarie di alcuni personaggi che hanno scritto la storia del Mondo.
I Medici, i Lorena, e tante altre nobili famiglie hanno contribuito a fare grande la Toscana cercando di innovare il loro tempo.
Da troppo tempo però abbiamo perso questa spinta innovatrice che ha contraddistinto dal dopoguerra fino agli anni ’90 la nostra classe imprenditoriale ed artigiana.
La Regione deve sostenere le imprese ed incentivare l’innovazione attraverso lo stanziamento di risorse importanti in favore di tutte quelle realtà che operano a stretto contatto con le imprese nella Ricerca&Sviluppo.
Al contempo dobbiamo cercare di rendere la spesa pubblica più efficace in modo da poter liberare risorse per operare una graduale ma progressiva riduzione della tassazione sulle imprese e sul lavoro.
Non c’è ovviamente un’unica ricetta per aiutare le imprese, ma se vogliamo lo sviluppo della Toscana, la Regione come istituzione deve operare scelte che siano finalizzate a creare un contesto fertile al mondo produttivo, a partire dall’alleggerimento del peso burocratico, passando per una riduzione della tassazione regionale, per finire con un piano di investimenti in infrastrutture utili alle aziende.

Agricoltura, ambiente e territorio
La Toscana è riconosciuta nel mondo per la propria bellezza paesaggistica.
Gran parte del merito è dell’uomo che per molto tempo è riuscito a creare una sinergia quasi perfetta tra uomo e natura.
Gli esempi più fulgidi di questa sinergia sono le colline del Chianti o le piantagioni cerealicole della Val d’Orcia.
La mano dell’agricoltore toscano è riuscita a disegnare un paesaggio incantevole invidiatoci da tutti.
La Regione ha il dovere di preservare questo equilibrio e per farlo è necessario che al centro di tutto metta l’agricoltura e quindi gli agricoltori.
Sono loro che sono il primo presidio di tutela paesaggistica, sono loro i primi interessati a diminuire l’impatto dell’uomo sull’ambiente, sono sempre loro i primi ad avere un interesse diretto a mitigare il rischio idrogeologico. Per questo devono essere il cardine delle politiche che riguardano l’interazione tra uomo e ambiente.
L’attenzione alla tutela paesaggistica e ambientale deve però potersi coniugare con l’attività antropica degli agricoltori. Una politica assurda che non trova un punto di equilibrio e che privilegia esclusivamente l’aspetto naturalistico genera squilibri, come accaduto con le specie di ungulati e con gli ibridi del lupo, che hanno raggiunto un numero abnorme e che hanno creato dei danni enormi alle attività agricole e agli allevatori. Occorre modificare senza indugio la legge per la gestione faunistico venatoria degli ungulati, favorendo abbattimenti controllati fino al raggiungimento dell’equilibrio che consenta alle attività di operare in sicurezza senza subire danni tanto ingenti da impattare oltremodo negativamente con l’attività.
Altro punto da affrontare sarà infine quello relativo al Piano di Indirizzo Territoriale che così com’è rende molto difficoltoso lo sviluppo di ogni attività sul territorio. Dovrà essere trovato un nuovo punto di equilibrio tra tutela del territorio e sviluppo urbanistico sia dei centri urbani che delle zone rurali, andando a sburocratizzare tutta quella serie di interventi che mirano al riutilizzo e incentivando quelli che puntano alla creazione di attività che generano lavoro

Turismo e infrastrutture
La riforma delle Province che ha determinato la revisione delle competenze sul turismo e la conseguente chiusura degli uffici di destinazione turistica operata gli scorsi anni dalla Regione a guida Rossi (PD), ha determinato un grande caos ed un iniziale lungo stallo nella promozione turistica del territorio.
La nuova Giunta regionale a guida Lega dovrà operare una contro-riforma che vada a ribaltare il concetto della promozione turistica intesa come impiego di risorse in un territorio geograficamente coincidente con i confini delle vecchie province, e costruisca degli ambiti territoriali turistici sulla base del tipo di turismo che contraddistingue ogni territorio, così da avere una promozione omogenea e specifica per le città d’arte, per la costa ed il turismo balneare, per tutti i territori montani e così via, cercando di settorializzare e rendere più efficiente la spesa per la promozione.
Altro ambito turistico su cui la Toscana può puntare è quello dei viaggi di nozze, che generano ogni anno un giro di affari di miliardi di euro, avendo anche il vantaggio di rappresentare una branchia di clientela con una spesa media sicuramente maggiore del turista mordi e fuggi.
Però, per far sì che il turismo continui ad essere una delle locomotive economiche della Regione, occorre offrire servizi sempre migliori e tra questi vi rientrano sicuramente le infrastrutture. È indubbio che la Toscana del Sud, Siena in primis, scontino un gap infrastrutturale importante. La mancanza di vie di comunicazione veloci tra i principali punti di interesse della provincia, la scarsissima manutenzione delle strade attuali, la mancanza di aeroporti, una rete ferroviaria obsoleta ancora a binario singolo e non elettrificata, unita a infrastrutture tecnologiche e digitali non all’altezza dei giorni nostri che lasciano scoperti interi territori, soprattutto rurali, dalla copertura della fibra ottica e dei moderni sistemi di comunicazione wi-fi e della rete mobile, rischiano di avere un impatto molto negativo sullo sviluppo turistico del territorio.
Il mio impegno sarà quello di mettere al centro della politica regionale lo sviluppo infrastrutturale di tutta la Provincia di Siena, in modo da creare un contesto utile alla nascita di nuove imprese e alla crescita del settore turistico.